• Saliceto

LA VIA DEL GOTICO

Saliceto (CN)

Castello di Saliceto (CN)

Costruito tra il XII e il XIII secolo, il Castello ha pianta quadrata, rinforzata da tre torri agli angoli; la quarta torre fu abbattuta durante l’assedio spagnolo del 1639. Fondato come fortilizio a uso militare, il castello era cinto da un fossato e accessibile tramite un ponte levatoio, poi rimosso e sostituito da una rampa in muratura di pietra e mattoni.

Nella zona aperta sul cortile interno, si trovano i resti di una piccola cappella affrescata di particolare pregio storico e artistico. Gli affreschi rappresentano una natività con bambino riposto non nella classica mangiatoia, ma in un piccolo letto e l’Annunciazione degli Angeli ai pastori. Sulla parete di fondo, altre pitture: un raffinatissimo sistema floreale di tralci di vite attorno all’affresco centrale e la simbologia della stella di Davide. Due immagini di donna (le probabili sibille leonardesche) sono inserite in un gioco di semicerchi e triangolo e collegate all’Agnus Dei che versa il suo sangue nella coppa del Santo Graal. Completano l’opera una grande croce gemmata e lo stemma carrettesco a confermare l’onnipresenza del potere dei marchesi, fautori di questa piccola, ma pregiata, impresa decorativa. L’analisi stilistica e iconografica di questo ciclo, caso unico nell’area valbormidese, ha portato alla sua datazione all’ultimo decennio del 1300 e si pensa che l’autore sia il senese Taddeo di Bartolo.

Chiesa di S. Martino in Lignera a Saliceto (CN)

San Martino è una cappella medioevale situata nel borgo di Lignera, una frazione di Saliceto, costruita nel primo secolo dopo il Mille dai frati benedettini in pietra arenaria, a pianta quadrangolare e facciata a capanna.

L’edificio nacque senza campanile e i monaci radunavano i fedeli con il suono del corno. La torre campanaria ha forma quadrata, modello della scuola Lombarda, ed è interamente in pietra, suddivisa in quattro ordini separati da archetti pensili ciechi.

La chiesa presenta affreschi sulla parete del presbiterio e dell’abside. La ricchezza dei particolari, l’abbondanza delle figure, gli straordinari giochi cromatici rendono questa piccola chiesa un piccolo gioiello artistico. Fu ampliata nel 1600 e nel sottotetto, sacrificato per aprire un passaggio verso l’abside, sono ancora visibili affreschi raffiguranti angeli e un Cristo reggente la croce.

Chiesa di S. Gervasio a Saliceto (CN)

La chiesa ha pianta a croce greca. L’affresco della Madonna, sopra l’altare, faceva parte di un pilone rimasto inglobato nell’edificio sacro. Potrebbe chiamarsi “Madonna della Primavera”: tiene tra il pollice e l’indice della mano destra una margherita, la texture del suo vestito è a tema floreale e il Bambino si fa beccare da una rondine, indicatore dell’arrivo della Primavera e, nella simbologia cristiana, delle anime del Paradiso. Questo dipinto del Quattrocento, è una copia della Madonna con Santi che si trova nella chiesa di Sant’Agostino. Anche qui la Madonna tiene in mano un fiore, il suo vestito è a pattern geometrico che ricorda la corolla colorata dei fiori e il Bambino si lascia beccare dalla rondine, ma in questo affresco è nudo dal collo alla cintola. La rassomiglianza delle due icone potrebbe indurre a credere che sono identiche, ma un’analisi più approfondita si evince che non è così. Infatti, quando la chiesa di Sant’Agostino era già dipinta, un committente ha chiesto a un pittore di dipingere il pilone con la stessa immagine. E lo ha fatto. Ma non è lo stesso maestro della chiesa di Sant’Agostino.

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Chiesa di S. Agostino a Saliceto (CN)

Della primitiva costruzione trecentesca resta ben poco; la chiesa sconsacrata ha ospitato nel tempo un bocciodromo e un oratorio. Solo una piccola cappella è ancora affrescata su due lati e sulla volta. Le quattro vele della crociera raffigurano i simboli degli Evangelisti circondati da ampi cartigli: l’ordine (aquila, angelo, leone, bue) è quello consueto, decrescente dal più nobile al più modesto. Tutto attorno vi sono decorazioni a motivi vegetali.

Sotto l’arco, sono rappresentati i Padri della Chiesa: S. Ambrogio, vestito da vescovo e con il flagello a tre code, S. Girolamo, con l’abito rosso, S. Agostino e S. Gregorio Magno. La parete sottostante è divisa nella lunetta occupata da una Crocifissione e in tre campiture dove si susseguono S. Giovanni Batista, la Vergine con il Bambino, S. Agostino e S. Bernardino da Siena. Ai loro piedi, quattro figure vestite di bianco: sono i membri della confraternita che ordinò i dipinti.

La parte più originale è quella del muro di destra: la lunetta presenta una strada che arriva a un fiume, alla cui riva un barcaiolo traghetta i viandanti. Con tutta probabilità questo episodio si riferisce a un fatto realmente accaduto, il passaggio di S. Francesco in Valle Bormida, risalita la Bormida di Spigno, giunto a Cortemilia nel 1223 e poi diretto in Francia. La natività è rappresentata in una casa quattrocentesca, dove quattro donne sono attorno al Bambino, in una saletta che è il centro dell’abitazione.

A destra, il riquadro più interessante raffigura un uomo che conduce un asinello e un pescatore. Sull’altra sponda un cavaliere con il suo cavallo già per metà nel fiume. Questo dipinto è un ex voto, il cavaliere disarcionato si è miracolosamente salvato.

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