Edificata in età romanica, sorgeva fuori dal centro storico sulla strada che percorreva la Val Bormida verso Cengio.
È un edificio a pianta basilicale diviso in tre navate da archi a tutto sesto e dotato di un campanile a cinque ordini del XV secolo.
Dopo secoli di incuria e di abbandono durante i quali è stata anche cimitero del paese, a partire dal 1960, la ch9iesa è stata restaurata e restituita al culto.
L’interno presenta affreschi in stile gotico, realizzati da artisti diversi tra gli ultimi decenni del 1400 e i primi del 1500. La volta a crociera della cappella di sinistra è occupata dai quattro Evangelisti, identificabili dai cartigli: ritratti a mezza figura, seduti dietro uno scrittoio e inseriti ognuno in un tondo. Nel sottarco: i ritratti dei profeti sono inquadrati in uno sfondo neutro dalla tonalità verde bottiglia, profilato da un’alta cornice verde acqua secondo un gusto diffuso nel secondo ‘400 tra basso Piemonte e entroterra ligure.
Altri affreschi nell’abside (S. Marta e S. Sebastiano), nelle due cappelle di fondo (S. Francesco e S. Bernardino da Siena) e sui primi pilastri della navata (S. Giorgio, S. Giacomo, S. Antonio abate, S. Nicola da Tolentino).
A metà della navata, una vasca ottagonale in pietra presenta motivi decorativi a bassorilievo con forme geometrico-vegetali stilizzate (XIV secolo) raffiguranti fiori e ruote legati a una simbologia solare reinterpretata nel culto cristiano. Da un recente restauro sono apparse una Madonna tra i Santi, e un’Annunciazione databile ai primi anni del 1500 di un pittore forse in contatto con Macrino d’Alba.
